BARI Verso una settimana determinante per il futuro del calcio. Il tre aprile in conference call la Lega Pro avvierà un primo giro di pareri con i club associati per provare a stilare una linea congiunta da presentare quando si terrà (la data sarà fissata nei prossimi giorni) un consiglio federale che in qualche modo dovrà sciogliere le riserve sulle prospettive delle stagioni calcistiche.
Non dovrebbero esserci molti dubbi a riguardo. La famiglia De Laurentiis è tra le proprietà a favore della conclusione dei campionati secondo il regolamento vigente. Il Bari si sta giocando la promozione in serie B: difficile arrivarci direttamente (nove punti da recuperare alla capolista Reggina ad otto turni dal termine della regular season), ma partirebbero da una posizione di indubbio vantaggio ai playoff ai quali i biancorossi si presenterebbero (secondo la classifica attuale) da secondi in classifica e quindi direttamente qualificati alla fase nazionale, cominciando dai quarti di finale, da disputare contro la peggiore classificata del turno precedente e con il vantaggio di disputare il match di ritorno in casa, nonché di accedere in semifinale in caso di doppia parità di punteggio.
Le tre piste immaginate dai vertici della C dovrebbero quindi essere sostenute dalla società biancorossa: dando per scontato che la prima ipotesi (riprendere a porte aperte) sia complicatissima, resterebbe valida l’opportunità di ricominciare a porte chiuse. Già, ma quando? Se fosse possibile a inizio maggio, considerando 18 turni da smaltire (otto di stagione regolare, dieci di playoff fino alla finale, ma al Bari ne toccherebbero 14 conservando la seconda posizione) non si finirebbe prima del 19 luglio. Se poi si scalasse verso la metà-fine di maggio, si arriverebbe al 30 luglio, ovvero il termine massimo indicato dal presidente federale Gravina per chiudere i tornei 2019-20. La Lega Pro ha persino palesato l’ipotesi estrema di riprendere a settembre giocando i due mesi rimanenti della stagione in corso per poi ripartire con il nuovo torneo. Sarebbe un inedito decisamente complesso.
Sarebbe lo scenario più catastrofico, ma non lo si può escludere a priori, qualora mancassero le condizioni che consentano agli atleti di giocare in sicurezza. Il sistema calcio è intenzionato a non disperdere i meccanismi di assegnazione di trofei, promozioni e retrocessioni. I numeri dicono che con 60 punti il Bari è la migliore seconda dei tre gironi, irraggiungibile da alcuna compagine del gruppo A (che conta tre turni in meno), ma in teoria superabile da due compagini del raggruppamento B: Reggio Audace (a quota 55 con tre match in meno) e Carpi (53 punti con quattro incontri da recuperare). Una qualsiasi soluzione (privilegiare il Bari in quanto detentore della situazione di fatto oppure scegliere una delle tre compagini con arzigogolati calcoli sulla media punti) innescherebbe polemiche e ricorsi infiniti. Si potrebbe anche pensare a un ampliamento delle promozioni, ma in tempi di recessione una B allargata potrebbe essere ingestibile. Una cosa, però, è certa: i De Laurentiis non accetteranno compromessi che pregiudichino la corsa alla promozione del Bari.
Gazzetta del Mezzogiorno