È davvero una scusa, un arrampicarsi sugli specchi, o la pressione può condizionare il rendimento di una squadra?
Leggevo che ad Avellino, nonostante una squadra raccattata al mercatino delle pulci, hanno fatto 6 punti e i media locali concordano nel dire che la squadra gioca sciolta e senza pressioni perché l'attenzione e le critiche della piazza sono tutte rivolte verso la società.
Una cosa molto simile a quella accaduta da noi la famosa stagione fallimentare, quando un gruppo di giocatori mediocri riuscì ad inanellare una serie di vittorie proprio perché nessuno gli chiedeva di vincere, ma eravamo tutti focalizzati sul fallimento pilotato e sul trovare una nuova società.
Io credo che non sia solo una scusa, la pressione.
La squadra la sente, eccome.
E al di là degli errori di Cornacchini (che ci sono tutti) quando vedi giocatori esperti sbagliare appoggi elementari o avere paura a fare una giocata, siamo sicuri che la colpa sia solo dell'allenatore?
Io credo che la società dovrebbe lavorare su questo aspetto, ad esempio scaricandola sulle altre squadre, come fanno gli altri con noi, che ci definiscono tutti corazzata, quando sotto sotto credono tutti di poterci battere.
Bisogna lavorare di astuzia, anche cosi si vincono i campionati.