Direttamente da Salisburgo, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis ha incontrato la stampa per annunciare il rinnovo di contratto del ds Cristiano Giuntoli per cinque anni: "Non mi va di parlare di altri, non mi interessa, parlo solo del Napoli. La vera notizia importante di oggi è che Cristiano Giuntoli ha rinnovato per cinque anni a partire dal 1 luglio, quindi un totale di 9 anni alla fine. Insigne? Non mi risulta sia sul mercato. Non c'è un prezzo per lui, non interessa o forse interessa a molti, è appetibile, è normale, ma un conto è desiderare ed un altro e mettere un prezzo. Non c'è un prezzo altrimenti avremmo messo una clausola".
Si può vincere anche con la strada del Napoli senza indebitarsi? "Sì, io credo che nei prossimi cinque anni il calcio cambi. Io sono l'unico titolare del club, sentiti i miei collaboratori poi decido io senza sentire consigli d'amministrazione. In altri paesi ci sono gli arabi, in Spagna è ancora diverso dove neanche Florentino è il vero proprietario del Real. è una Europa disunita e speriamo che l'ECA con Agnelli si contrapponga all'Uefa per riuscire tutti insieme a cambiare le regole del gioco. Anche lì populisticamente dovremmo far giocare tutti, ma non è possibile perché c'è lo stadio virtuale e le tv ti obbligano a far giocare le squadre più forti. Dispiace dirlo perché la cenerentola deve poter vivere la favola e trovare il principale, ma quelle sono le favole. La Superlega sarebbe chiusa, lasciando poi la serie A. In Italia la serie A mantiene tutte le categorie, dovrebbe avere voce in capitolo, invece lascia a Lotito il gioco delle tre carte".
I criteri per la Superlega? "Sono domande come se ci fosse un tavolo aperto. Ma è di difficile risoluzione, credo sarà per territorialità. In Italia il Napoli è la terza-quarta squadra italiana, quindi è chiaro dovrebbe avere più potere dell'Udinese, ma questo non si può imporre perché Lotito s'è imposto i voti di maggioranza, ma non va così perché ognuno ha i propri problemi, a Milano, Roma o Napoli. Se dovessi rifondare il calcio italiano farei una Superlega con 12 squadre, come franchigie americane, diminuendo anche le squadre in C perché pure lì facciamo ridere. Col Bari in C rideremo perché già mi dicono che ci sono già tanti club a rischio fallimento che faranno iscrivere per far partire i campionati".
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