Gonfialarete ha scritto:Mi scuso già da ora per il papiro. Si tratta praticamente di un flusso di coscienza, senza filtri.
Vorrei limitare le mie considerazioni a partire dalla fine della stagione scorsa.
Abbiamo terminato la stagione scorsa con una sconfitta. L’unica dell’era Vivarini. La più cocente perché arrivata nella finale dei playoff, contro una Reggio Audace non imbattibile. Dettata sicuramente dalla difficoltà di marcare giocatori veloci (Sabbione e Ciofani impazzirono), ma anche dall’imprevedibile situazione del lockdown. Gestire mesi di allenamento in quelle condizioni era una novità per tutti e nessuno avrebbe il coraggio di dire che si è sbagliato qualcosa. È stata una sconfitta sportiva che, a malincuore, va accettata.
A detta della società, la sconfitta è stata cocente e quindi è stato necessario un mese di vacanza. Un mese, circa, in cui tutta la società è sparita dai radar.
In quel periodo sono nate due fazioni: pro e contro Vivarini. Indipendentemente da questo, quasi tutti eravamo d’accordo che, con pochi innesti mirati, la squadra avrebbe potuto facilmente dire la sua.
Ricordo la querelle del DS: Scala? Giuntoli? Mio cognato? Settimane senza DS.
Ad un certo punto, si sono risvegliati e ci hanno detto che Vivarini non sarebbe stato più il nostro mister. Non è stata data una motivazione ufficiale, ma si vociferava che dipendesse dal fatto che Vivarini volesse modificare radicalmente la squadra.
Arrivano Auteri e Romairone (non ricordo in che ordine).
Auteri è un mister che molti di noi conoscono bene perché ha bazzicato diverse piazze tra Puglia e Basilicata. Noto per la sua rigidità da un punto di vista di nomi e di moduli.
Il mercato porta ad una vera e propria rivoluzione (e allora perché è stato mandato Vivarini?!) e, addirittura, rimangono giocatori simbolo della passata stagione a scaldare il divano a casa. La rosa viene "completata" a ritiro finito. Lasciando interdetti per alcune scelte.
Un po’ l’entusiasmo, un po’ l’inizio più promettente rispetto a quello di Cornacchini, fa sperare bene. La Ternana va forte, ma "prima o poi crolla sempre". Fino alla partita col Foggia dove inizia il “sapevamo che sarebbe stato difficile” di Auteri. Inizia a scricchiolare il giocattolo.
I risultati non arrivano e nella sconfitta casalinga con la Ternana arriva la mazzata definitiva alle speranze di promozione diretta.
A gennaio, gli orrori societari. Mai vista una cosa del genere. In 35 anni che seguo il Bari. MAI.
Con una squadra in difficoltà, organizzata malissimo già in estate, in termini di rosa da un DS allo sbaraglio (non si capisce se in autonomia o guidato da chi è giunto lì), si decide di smobilitare. Via Simeri e Montalto, via Hamlili, via D’Orazio… tutta gente che magari non avrebbe fatto vincere il campionato, ma ha sempre assicurato impegno. Rimpiazzati da Rolando (per carità, bravino, ma ennesima mezzala che, a differenza di D'Orazio, non ha la fase difensiva), Sarzi Puttini (preso come ala, ma terzino puro) e Cianci (unico prestito degno di nota).
Buchi clamorosi lasciati sulla fascia destra (Andreoni è stato un flop fisico imbarazzante). Buchi clamorosi lasciati sulla fascia sinistra (siamo tornati con Perrotta terzino sinistro come con Vivarini). Buchi clamorosi lasciati in attacco (3 settimane di stop di Antenucci e giocavamo con D'Ursi prima punta...). Nessun trequartista, nessun regista. In difesa solo Celiento, infortunato, come giocatore rapido.
L’apice dello sfascio gestionale: DS e Mister allontanati a fine mercato. Il nuovo mister, Carrera, si ritrova una rosa cortissima, decimata dagli infortuni, col morale sotto le scarpe ed un’impresa impossibile di rimonta. Senza possibilità di modificarla se non con gli svincolati. Svincolati che, ovviamente, non arriveranno mai.
Tolta la prima fase di entusiasmo da cambiamento, ripiombiamo in una depressione ineluttabile.
Colmata dall’ennesima porcheria: un mese e mezzo senza DS.
Nemmeno in nelle categorie dilettantistiche si può pensare di avere una società calcistica senza direzione sportiva. Nelle categorie professionistiche, addirittura, tale figura è obbligatoria. Ultimamente si vocifera che questo ruolo sarà di Ippedico. Una persona che orbita attorno al Bari da anni, ma che non ha mai fatto il DS. Ricorda tanto una vittima sacrificale.
Cosa voglio dire con questo papiro?
Voglio dire che ci siamo tanto fatti seghe a due mani sulla promozione in serie A, sulla multiproprietà, su programmi, investimenti e progetti.
Qui, invece, siamo di fronte a gente che di società di calcio non ne capisce assolutamente niente. Non voglio credere che facciano tutti sti errori per scelta perché nessuno al mondo tirerebbe una secchiata di soldi nel gabinetto.
Siamo di fronte a gente ciuccia (per restare in tema con la mascotte partenopea) e presuntuosa, che pensa di risolvere tutto con il marketing e la comunicazione.
Il marketing e la comunicazione, come Paparesta insegna, non servono a niente se sotto non c’è sostanza, se non ci sono delle fondamenta solide, se non c’è una società strutturata e abile a muoversi nel pantano della serie C.
Categoria sottovalutata in maniera indecorosa.
La comunicazione NON è fare un compleanno negli spogliatoi, la comunicazione è indicare quali sono gli obiettivi, nel bene e nel male. Metterci la faccia, sempre. Indicare la rotta.
Spiace dirlo perché sono stato il primo ad essere contento degli investimenti dei De Laurentis nel Bari, ma così non si va da nessuna parte.
Serve gente capace, sin da ieri, per preparare la prossima stagione.
Si scelga un DS, che operi in maniera INDIPENDENTE dalla società. Gli si dia un budget. Che se deve essere zero, si chiaro da subito, in modo da valorizzare i ragazzini della società, quelli regalati al Napoli, magari. Con ANgelozzi DS, la squadra venne fatta con i fichi secchi e si comportò in maniera più che degna. A Bari la gente viene (veniva) a giocare anche solo per il blasone, non solo per i soldi.
Si decida, già da ora, se continuare con Carrera o se cambiare. E lo si comunichi a tutti.
Si decida un modulo e si facciano acquisti funzionali. E devono essere fatti ora se non si vuole spendere un occhio della testa e ritrovarsi con un pugno di mosche in mano.
Si dia CONTINUITA’ alle scelte fatte. Cambiare ogni 3 mesi non serve a niente.
Si metta un manager di esperienza, così come si fece con Marino al Napoli, che sappia indicare la rotta in maniera opportuna.
E poi, finalmente, sarà il campo a decidere le sorti del campionato. Non più il PICCIO, altro che priscio, di una famiglia che vive pensando che tutto sia loro dovuto.
Se serve, potrei lavorare anche gratis per il Bari. Non sarò un fenomeno, ma ci tengo. Caz*o se ci tengo. E come me, mille di noi tifosi.
Aggiungiamo il.ritorno di Auteri, le cavolate sulla B che si può raggiungere dai playoff e che i mesi senza DS sono diventati quattro.
Adesso si andrà in vacanza per smaltire la delusione.
Ne riparliamo il 10 agosto.
INCOMPETENTI.