Accadde oggi.. L’8 aprile è come il 6 e il 7 aprile: un giorno con poche soddisfazioni nella storia per il Bari. L’unica davvero da celebrare è la vittoria (0-1) dei biancorossi di Bruno Bolchi nel derby di Foggia del 1984. Autore del gol, il secondo col Bari dopo quello dell’anno precedente (il 2-1 al Perugia nella sfida finita 3-1 il 15 maggio 1983) è Onofrio Loseto. Barese doc, è il secondo fratello dopo Pasquale e prima di Giovanni, a debuttare in prima squadra grazie all’eterno Enrico Catuzzi che lo lancia nell’1-0 inflitto alla Sampdoria nell’ultima turno della B 1980-81. Diventa uno dei protagonisti del “Bari dei baresi” che sfiora la A l’anno seguente e retrocede in C1 nel 1983. Durante la gestione Bolchi ha spesso spazio a gara iniziata e contribuisce alla doppia promozione dalla C1 alla A - oltre alla semifinale di Coppa Italia nel 1984 - fra il 1983 e il 1985, prima di andare al Pescara. In campionato con la maglia biancorossa totalizza 94 presenze e due gol
Un saluto e a domani Massimiliano Ancona
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Il 9 aprile 1939, i biancorossi allenati dal magiaro Jozsef Ging sconfiggono il Modena allo Stadio della Vittoria con un gol dell’ala sinistra Alessandro Duè, soprannominato “fa fuech”, cioè “fa fuoco”, perché le sue giocate, le sue finte, i suoi dribbling erano spesso fini a se stessi. La gara contro gli emiliani è l’ultima con il Bari di Cesarino Grossi, che tre giorni dopo s’imbarca per l’Albania andando incontro al suo triste destino… Solo otto giorni più tardi.
Cinquant’anni più tardi, nel 1989, il Bari di Gaetano Salvemini, molfettese doc come l’omonimo meridionalista, travolge la Cremonese (3-0) disputando una delle gare più belle di quel torneo di B concluso con la promozione - ottenuta nonostante lo 0-3 patito in casa col Cosenza – a tre gare dalla fine del campionato. I gol contro i lombardi sono di Paolo Monelli, Angelo Carbone, barese doc e futuro protagonista col Milan di Arrigo Sacchi, e Pietro Gerardo Maiellaro, il miglior giocatore – a mio parere – che abbia mai giocato con il Bari
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Finalmente un giorno della storia positivo per i colori biancorossi, anche se scandito da successi fini a se stessi. Il 10 aprile 1993, il Bari di Beppe Materazzi, subentrato in gennaio al brasiliano Sebastião Barroso Lazaroni, supera al San Nicola la Fidelis Andria (3-0). È una vittoria come tante in un torneo deludente, però è nella storia per un motivo: il ritorno al gol (dopo quelli di Igor Protti e Angelo Alessio) di un altro brasiliano, Sérgio Luís Donizetti da Campinas, alias João Paulo, reduce dal grave infortunio occorsogli il 15 settembre 1991 dopo un’entrata assassina del difensore blucerchiato Marco Lanna nella sfida di A con la Sampdoria (1-1). Un’entrata che gli provoca la frattura scomposta di tibia e perone della gamba sinistra e un lungo stop che di fatto ne compromette la carriera ad alti livelli. È evidente che non sia più lo stesso, ovvero l’attaccante che, giunto tra lo scetticismo della tifoseria, la conquista coi gol 18 in due tornei di A, serpentine e prestazioni magnifiche, scandite dai duetti con Pietro Gerardo Maiellaro. Chiude l’esperienza in biancorosso nel 1994 con sei gol in B in due stagioni e la promozione in A conquistata proprio con Materazzi
Tre anni più tardi, il 10 aprile 1996, due prodezze di Igor Protti – la seconda con una rovesciata volante - ribaltano l’iniziale gol di Bobo Vieri dell’Atalanta e regalano al Bari di Eugenio Fascetti l’effimera speranza, poi tramontata, di poter raggiungere la salvezza in A imponendosi sul campo dei bergamaschi. La sfida si gioca di mercoledì insieme alle altre gare del torneo non disputate per lo sciopero dei giocatori del 17 marzo precedente. Quanto a Protti, in quella stagione è capocannoniere con 24 reti - insieme a Beppe Signori – pur essendo retrocesso: è l’unica volta in A. Protti resta con 31 centri l’attaccante più prolifico della storia biancorossa nel massimo campionato.
Buona giornata e a domani Massimiliano Ancona
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Che vittoria quella di Bergamo,con tre retrocessioni saremmo rimasti in A. Quell'atalanta raggiunse la finale di Coppa Italia. Peccato per Joao Paulo, non è più tornato come prima. Al ritorno la Fidelis ci ha battuto per una vittoria storica per loro.
Accadde oggi.. È il 1943 e il Bari del magiaro Janos Vanicsek, subentrato dopo tredici gare a Raffaele “Faele” Costantino, il reuccio del borgo antico, supera al Della Vittoria il Milano (Milan, nda) per 2-0. In gol, “testina d’oro” Dante Di Benedetti da Genzano (20 reti in 56 gare tra il 1942-43 e il “misto” 1945-46) e Amerigo Luis Menutti, ala destra di origine argentina, fra i protagonisti della promozione in A nella stagione precedente. La stagione regolare della massima serie 1942-43 si conclude per i biancorossi con la sconfitta (0-1) con il Grande Torino che vince così il primo scudetto. Il k.o. e una serie di risultati… imprevedibili, condannano il Bari agli spareggi per la permanenza, poi persi con Triestina e Venezia. La sosta bellica resetterà la retrocessione dei biancorossi alla ripresa.
Buona giornata e a domani
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Accadde oggi.. Il 12 aprile 1959 il Bari del tecnico Paolo Tabanelli supera la Sampdoria (2-1) e fa due passi avanti verso la salvezza nella massima serie, riconquistata dopo otto stagioni nel luglio precedente. In gol due leggende della storia biancorossa. Il primo di Biagio Catalano, barese doc, il “Sivori del Sud”: 190 presenze e 50 reti in biancorosso tra il 1956 e il 1966. Dal 1979, con l’arrivo di Antonio “Mimmo” Renna, diventa il vice tecnico dei biancorossi, incarico che manterrà per oltre venti anni. Scompare il 27 agosto 2015. Il secondo gol del Bari alla Sampdoria lo firma Paolo Erba - scomparso il 27 gennaio 2016 – resta, con 26 reti, il secondo attaccante più prolifico nella massima serie della storia biancorossa dopo Igor Protti (31)
Undici anni più tardi, il 12 aprile 1970, giusto mezzo secolo fa, il Bari di Carlo Matteucci – subentrato dopo 23 partite a Oronzo Pugliese – perde (2-0) allo stadio Amsicora di Cagliari, permettendo ai sardi di conquistare l’unico scudetto della loro storia. Il biancorossi, retrocessi a fine campionato, si arrendono alle reti di Sergio Gori e dell’immenso Gigi Riva. Nella rosa del Cagliari campione d’Italia, timonato dall’allenatore-filosofo Manlio Scopigno, c’è – quasi sempre titolare – un barese doc: il difensore Mario Martiradonna, morto il 20 novembre 2011
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