Provaci ancora, Antonio

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Provaci ancora, Antonio

Messaggioda scoutman » 22/06/2017, 20:18

Ilposticipo.it - di Luigi Pellicone


“Sono ancora il più forte di tutti, in serie A ci sono tanti sopravvalutati”. Firmato: Antonio Cassano. Pensieri e parole su binari paralleli. Spesso non si incontrano. E viaggiano ognuno in libertà, Del resto Fantantonio è solito a dichiarazioni più o meno politicamente scorrette nei confronti di colleghi, arbitri e dirigenti. La frase di ieri è solo l’ultima perla di un corollario infinito…

Il ragazzo conosce la celebrità grazie a Bari-Inter: un colpo di tacco, un altro di genio. Nerazzurri al tappeto. “Andonio”, la vita è cambitata. Eccome. “ Se Bari-Inter non ci fosse stato sarei diventato un delinquente. Molte persone che conosco sono nei clan. Quella partita e il mio talento mi hanno portato via dalla prospettiva di una vita di m***a. Ero povero, ma non ho mai lavorato anche perché non so fare nulla. Giocavo tra le bancarelle, tutti mi volevano in squadra con loro e scommettevano 10, 15 o 20 mila lire sulla squadra dove giocavo io. Io mica ero “t*****e” (che fa rima con…stupido, nde) volevo il grano, dovevano darmi la percentuale”.

L’Italia intera si accorge di lui: immediatamente convocato in Nazionale Under 21, lega con Tardelli, meno con Gentile, tanto da rifiutare la convocazone: “Io in Under? É la nazionale degli sfigati”. Dovrà aspettare un bel po’ prima di vestire l’azzurro. Nel frattempo passa alla Roma dove si diverte con Totti e ne combina una più di Carlo in Francia fuori dal campo. Definisce “cornuto” Rosetti, reo di averlo espulso. Rompe una bandierina con un calcio per esultare dopo un gol alla Juventus. Si compra una Ferrari Rosa. Poi Capello va via e iniziano i problemi. Non lega con Prandelli, Voeller, Del Neri ma un suo gol salva la Roma dall’incubo retrocessione.

Vuole Capello. Ricambiato. Lo raggiunge al Real Madrid, accompagnato da fidanzata e madre. La sigora Giovanna è una donna di ferro. Cassano la adora. E la difende a modo suo: “Mia madre è abituata ai fischi e alle contestazioni e alle offese. Se non sente i cori si offende, si preoccupa, si sente trascurata”. L’ultima perla di Madrid è rivolta a Fabio Capello. Cassano, in Spagna, gioca pochissimo. E non la prende bene. Definisce l’allenatore friulano “più finto dei soldi del Monopoli”. E trova anche modo di criticare il look di Ramos “Tagliati i capelli che mi sembri Renato Zero”.

Torna in Italia, alla Sampdoria, dove dimagrisce gioca, segna e trova l’amore. “Qui ho trovato chi mi vuole bene”. Salvo ricadere nel vizietto di parlare troppo. Espulso nella gara interna con il Torino, minaccia l’arbitro Pierpaoli. Prima gli tira la maglia in faccia, poì gli dà appuntamento alla vecchia maniera “Ci vediamo dopo, ti aspetto qui”. Quanto basta per 5 giornate di squalifica.

Il ritorno con Del Neri, fra l’altro non è facile. Cassano lo saluta così: “Resto per il presidente, la mia gente e i miei compagni”. Poi fa pace ma le condizioni del trattato sono memorabili. “La buona volontà è fondamentale. Ho fatto decisamente prima a fare pace con Delneri che a capire che c***o stesse dicendo”.

A proposito di rapporti: si riavvicina a Totti, e anche a Prandelli, gioca e segna in nazionle in coppia con Balotelli sfiora l’Europeo nel 2012, sebbene regali, in conferenza stampa, parole poco pensate”. «Se ci sono froci in squadra problemi loro»: 15 mila euro di multa per la gaffe in conferenza stampa. Poi scivola di nuovo. Garrone, il presidente dell Samp, lo invita a un premio lui rifiuta. Garrone risponde piccato. Cassano lo insulta dandogli del “vecchio”. Va al Milan. “come stare in cielo”. Per poco non ci finisce. Operato al cuore. Poi, all’Inter. Ma come? E il Milan? No problema. “L’Inter è più su del cielo”. Anche l’avventura in nerazzurro finsice presto. Cassano va in Emilia a Parma. Inizio ottimo, feeling con il pubblico meno con la società. Entra in scivolata sulla dirigenza del Parma: Cassano si trasforma in Cassandra e prevede un futuro nero per i gialloblù. “ Non ce l’ho con i tifosi di Parma, con i miei compagni e con chi lavora, ma con chi ha fatto un disastro dopo che avevamo fatto del Parma un giochino perfetto”. Non serviva Nostradamus. Basta e avanza, Antonio Cassano. Alla prossima, Ciao Andonio



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