Rumors di mercato e nomi per la panchina non scaldano i cuori: la tifoseria vuole solo l'addio dei De Laurentiis

La gara tra Südtirol e Bari ha concluso anticipatamente la stagione dei galletti, esclusi anche dai playoff. È trascorso quasi un mese dal pareggio a reti bianche del "Druso", ma in casa Bari resta ancora il 'solito' ed assordante silenzio mediatico del club, ormai marchio di fabbrica della famiglia De Laurentiis in riva all’Adriatico.

Conseguenza inevitabile: l’aumento esponenziale del malcontento, misto a un’indifferenza che attanaglia la tifoseria barese da tempo. Dopo quasi un mese, non restano che alcune brevi dichiarazioni del presidente Luigi De Laurentiis risalenti al 30 maggio, quando, dopo un incontro con il DS Magalini e il vice Di Cesare, dichiarò:

“Siamo di nuovo subito all’opera, concentrati sul costruire un nuovo corso. È stato un anno che ha disatteso le aspettative, rispetto ai traguardi che ci eravamo imposti. Avevo promesso i playoff e invece non ci siamo arrivati, ci siamo stati tutto l’anno per poi perderli nelle ultime partite. Questo è stato un grande dispiacere e proprio per questo ci siamo rimessi subito a lavorare con grande entusiasmo. Longo? È una riunione importante su tutte le decisioni da prendere. Magalini e Di Cesare rimangono, stiamo lavorando insieme“.

Al momento non sono giunte comunicazioni ufficiali circa il divorzio con mister Longo, ma la strada sembra tracciata. D’altronde, il silenzio del mister nel finale di campionato, unito alle dichiarazioni fin troppo roboanti di inizio stagione, ha sempre destato qualche dubbio sul reale feeling tra tecnico e società, almeno dal punto di vista degli obiettivi stagionali e del valore effettivo della rosa. Tuttavia, il lavoro dell’allenatore piemontese resta positivo, con una valutazione che va suddivisa tra un buon girone d’andata e una mediocre seconda parte di campionato.

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Nicola Lucarelli
Borderline24.com

Luigi De Laurentiis, presidente del Bari, si è concesso ai microfoni di alcuni giornalisti a margine di un pranzo con il direttore sportivo Magalini e il suo vice Di Cesare. Queste le sue dichiarazioni:

“Siamo di nuovo subito all’opera, concentrati sul costruire un nuovo corso. E’ stato un anno che ha disatteso le aspettative, rispetto ai traguardi che ci eravamo imposti. Avevo promesso i playoff e invece non ci siamo arrivati, ci siamo stati tutto l’anno per poi perderli nelle ultime partite. Questo è stato un grande dispiacere e proprio per questo ci siamo rimessi subito a lavorare con grande entusiasmo. Longo? E’ una riunione importante su tutte le decisioni da prendere. Magalini e Di Cesare rimangono, stiamo lavorando insieme“.

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Sarà il Milan a inaugurare la stagione sportiva 2025/26 del Bari: la formazione biancorossa esordirà ad agosto a San Siro nei trentaduesimi di finale di Coppa Italia.

Si ripeterà ciò che è già accaduto nel 1987, quando il Bari aprì la stagione sempre in coppa Italia contro la squadra allora allenata da Arrigo Sacchi: finì 5-0 a favore del Milan con le reti siglate da Donadoni, Virdis, Van Basten, Gullit e Massaro.

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Dopo i tentativi con Sampdoria e Parma, Dinan potrebbe puntare sul club pugliese dei De Laurentiis

Archiviato anzitempo un altro campionato anonimo, l'attenzione e le speranze dei tifosi del Bari sono ora rivolte quasi esclusivamente alle vicende societarie, con l’auspicio che la famiglia De Laurentiis, attuale proprietaria del club biancorosso, possa cedere la società o aprire all’ingresso di nuovi soci. Da diverse settimane, infatti, circolano voci insistenti su un possibile interesse da parte di un investitore statunitense, pronto a immettere capitali freschi in riva all’Adriatico.

Secondo indiscrezioni raccolte in esclusiva dalla nostra redazione, il potenziale acquirente sarebbe Jamie Dinan, noto finanziere americano, fondatore e CEO di York Capital Management, hedge fund con sede a New York. Dinan vanta una lunga esperienza nel settore finanziario e ha già mostrato interesse per il mondo dello sport: è co-proprietario dei Milwaukee Bucks (NBA) e in passato è stato coinvolto in iniziative legate al calcio europeo.

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Nicola Lucarelli
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Ad inizio campionato, il presidente della SSC Bari (pardon... amministratore unico), Luigi De Laurentiis, aveva dichiarato che l’obiettivo dei biancorossi per il torneo cadetto 2024/25 sarebbe stato il raggiungimento dei playoff: "Andremo a competere per arrivare ai playoff, sicuramente in un campionato così competitivo dove ci sono tante squadre ben allestite anche noi saremo competitivi e punteremo in alto". Un'intenzione confermata e ribadita anche a fine novembre:"Io ho sempre detto che puntavamo ai playoff, ma sapevo fosse un campionato complicato".

Un traguardo realistico, se rapportato alla disastrosa stagione precedente culminata con un drammatico playout contro la Ternana, ma tutt’altro che adeguato a una piazza come quella barese, che in Serie B ha spesso potuto contare su organici costruiti per la promozione diretta: è accaduto negli anni migliori della gestione Matarrese e persino durante le sciagurate esperienze targate Paparesta e Giancaspro.

E invece questo Bari, guidato da Moreno Longo, è riuscito a fare anche peggio, mancando l’accesso alla fase finale del torneo e chiudendo con un anonimo nono posto, che sancisce la fine anticipata della stagione. L’organico costruito dal direttore sportivo Magalini poteva – e doveva – offrire molto di più, a prescindere dalle modalità con cui sono stati ingaggiati i vari giocatori. Di conseguenza, anche Longo e la squadra portano sulle spalle le loro responsabilità, pur avendo operato in un contesto societario privo di ambizione e in un ambiente rassegnato e apatico. E nel calcio si sa: senza la spinta emotiva del pubblico e in assenza di un progetto credibile, anche per dei professionisti diventa difficile trovare le motivazioni giuste per dare quel qualcosa in più, perfino per raggiungere un obiettivo modesto come i playoff.

Tolte Sassuolo e Pisa, poche altre formazioni si sono dimostrate realmente superiori, almeno sulla carta, rispetto alla compagine biancorossa, capace di disputare ottime gare (poche) ma anche protagonista di prestazioni mediocri (molte). Senza dubbio l’impatto iniziale di Longo è stato positivo, sia sul campo sia in conferenza stampa: il suo Bari delle prime giornate mostrava intensità e voglia, raccogliendo consensi per gioco e atteggiamento. Ma, come già detto, col tempo questa energia si è affievolita, non alimentata da ciò che circondava la squadra e il Bari 2024/25 si è trasformato in una formazione normale, fin troppo simile a quella spenta dell'anno precedente.

È vero: almeno quest’anno...SEGUI IL LINK PER LEGGERE LA SECONDA PARTE DELL'ARTICOLO:

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Nicola Lucarelli
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