Ultime 4 giornate di campionato. Toccherà avere il miglior Sibilli per centrare l’agognata salvezza, con l’attaccante partenopeo a secco di reti da Bari-Spezia, oltre 40 giorni. L’attaccante partenopeo, autore di 10 gol in biancorosso, si è raccontato in una lunga VIDEO intervista esclusiva ai microfoni del Bari.
L’intervista a Sibilli
Sibilli fa un bilancio dell’esperienza in Puglia: «A livello personale sta andando bene, sono molto contento di quello che sto facendo. È il primo anno che mi esprimo su questi livelli, per cui non posso che essere felice. Ci sono stati tanti problemi quest’anno a livello di risultati con la squadra. Questa piazza e città mi stanno dando tanto.».
La carriera di Sibilli: «Io non sono mai stato un personaggio famoso, fino a 23 anni avevo una carriera di basso livello. Adesso sono a Bari e so che è difficile giocare in una piazza così, devi gestire tutto con intelligenza. Penso ai social con qualche commento in più dei tifosi, oppure le persone che mi beccano per strada. Io sono genuino, lo sono da sempre e lo porto avanti con fierezza. Ho fatto un percorso difficile per essere qui, che parte dall’Eccellenza. Ci sono stati molti sacrifici, come infortuni, di cui ne vado fiero che mi hanno rallentato, ma sono contento di essere arrivato a Bari anche se da più grande. Sapevo di avere delle qualità, sebbene non avessi fatto mai un settore giovanile. Mi mancava un po’ di fisicità che ho acquisito col tempo. I tanti infortuni mi hanno ulteriormente formato».
Sibili parla della sua infanzia: «Miano, il mio quartiere, mi ha lasciato tanto e lo porterò per sempre dentro. La mia famiglia vive lì ancora. Tutto nasce lì, nel campetto della chiesa. Chi conosce il vero Peppe sa quello che ho affrontato in quegli anni e le difficoltà che c’erano in un ambiente molto difficile. La mia infanzia è stata dura, tante cose che oggi porto con me le ho apprese vivendo lì. Ad esempio l’intelligenza e la furbizia. Andavo d’accordo con tutti, sono stato sempre molto rispettoso. Sono stato anche molto fortunato ad avere genitori così, perché non mi è mai mancato nulla. Loro hanno fatto mille sacrifici per me. Ho tanti amici lì che non sono emersi per mille problematiche, però io ce l’ho fatto e lo devo al mio quartiere».
Un pensiero su una persona cara: «Ho avuto un lutto importante qualche anno fa, del mio migliore amico, anche lui calciatore con cui ho giocato insieme. Quello che faccio lo faccio anche per lui. Era il periodo che non sapevo se continuare a giocare a calcio, guadagnavo poco, giocavo sottotono. Mi ha dato forza, quando gioco lo sento con me. Di lì è arrivata l’opportunità del Pisa, che forse neanche mi meritavo. Sono stato bravo a sfruttarla bene».
Il pensiero dopo i gol: «Dipende dal momento. Quello dopo Lecco di testa o la Feralpi era rivolto alla squadra, perché so che stiamo soffrendo molto quest’anno. A volte alla mia compagna o a mia madre, altre al mio migliore amico. Il gol contro l’Ascoli è stato il più bello, c’è tutto il mio bagaglio in quella azione: corsa, dribbling e forza nel tiro. È sicuramente il gol più bello della mia carriera».
Il sogno di Sibilli: «Giocare in Serie A, fin da quando sono piccolo. Lo devo a mio nonno. Ci sono andato vicino diverse volte, ma se non è mai successo vuol dire che doveva andare così. Se sono arrivato a Bari è perché penso che questa sia una piazza da A. Avevo altre richieste da piazze abbastanza grandi con una bella storia, ma a Bari non si avvicinava nessuna delle due. Spero di restare a Bari per tanti anni».
pianetabari
