Riavvolgendo il nastro della storia recente del Bari e della Serie B di appena 12 mesi, troveremmo i Galletti protagonisti assoluti della volata verso la Serie A nonostante l'etichetta di neo promossa. La squadra, allora affidata a Michele Mignani, volava sulle ali dell'entusiasmo, con una città intera che quando si assiepava sugli spalti del San Nicola faceva la differenza. Caprile, Folorunsho e Cheddira erano invece i trascinatori del collettivo sul rettangolo verde. Un'alchimia pressoché perfetta, terminata a 10 secondi dalla fine della gara col Cagliari. Un sogno evaporato al gol di Leonardo Pavoletti.
Dodici mesi dopo di tutto questo non c'è più traccia. L'entusiasmo è scomparso lasciando il posto alle polemiche e alle contestazioni. I leader della squadra (a cui va aggiunto Mirco Antenucci) vestono altri colori e sulla panchina Mignani non c'è più. Anche gli obiettivi sono cambiati totalmente dato che oggi i biancorossi hanno appena due punti di vantaggio sulla zona playout.
Una situazione di precarietà che al momento rende difficile qualsiasi tipo di proiezione futura. Nonostante il fatto che Luigi De Lauretiis e la sua dirigenza abbiano più volte ribadito che l'attuale guida tecnica, ovvero quella di Giuseppe Iachini, sarà anche quella del prossimo torneo. Ipotesi, questa, che ovviamente avrebbe senso e ragione d'essere in caso di mantenimento della categoria.
Un dettaglio ulteriore, in chiusura: l'esperienza del ds Ciro Polito in Puglia appare giunta al termine e questo inciderà sicuramente anche sulla panchina. È raro, infatti, che un nuovo direttore sportivo mantenga l'allenatore scelto nella precedente gestione.
Tmw
